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La FAA conclude la seconda fase del programma pilota per la gestione del traffico di droni

La FAA completa la fase 2 del programma pilota UPP per la gestione del traffico droni

Martedì la Federal Aviation Administration (FAA) ha annunciato il completamento della seconda fase del programma pilota UAS Traffic Management Pilot (UPP). L’obiettivo principale della fase 2 è stato testare tecnologie e procedure per l’identificazione remota e la gestione del traffico di droni in contesti a volumi e densità crescenti, fornendo una prova del concetto per le future capacità UTM (UAS Traffic Management).

Obiettivi principali della Fase 2

La fase 2 si è concentrata su più aspetti chiave pensati per permettere un’integrazione sicura ed efficiente dei droni nello spazio aereo nazionale:

  • valutare tecnologie di Identificazione Remota (Remote ID) con carichi di traffico crescenti;
  • testare lo scambio di dati tra operatori e sistemi UTM;
  • dimostrare servizi come la prenotazione e la condivisione di volumi UAS (UVR – UAS Volume Reservations).

Identificazione remota (Remote ID)

Il Remote ID è fondamentale per tracciare i droni in volo e associare in tempo reale posizione e identificatori dell’operatore. La sperimentazione in contesti a maggiore densità ha permesso di valutare affidabilità, latenza e interoperabilità tra diversi fornitori e sistemi.

Gestione del traffico UAS (UTM)

I test UTM hanno riguardato la pianificazione dei voli, la prenotazione di corridoi aerei (UVR), la condivisione di intenzioni di volo e la gestione di conflitti in spazi aerei dove operano contemporaneamente più droni. Queste capacità sono studi importanti per abilitare operazioni oltre la visuale (BVLOS) in sicurezza.

Siti di test e collaborazioni

La FAA, in collaborazione con la NASA, ha svolto le prove della fase 2 in due siti UAS selezionati: il Virginia Tech Mid-Atlantic Aviation Partnership (MAAP) a Blacksburg, Virginia, e il New York UAS Test Site (NYUASTS) a Roma, New York. Questi centri hanno fornito infrastrutture e condizioni operative diverse per testare soluzioni su scala realistica.

Risultati attesi e ricadute sulle politiche

I risultati raccolti serviranno come base per lo sviluppo di politiche, standard tecnici e per l’implementazione pratica del sistema UTM. Secondo la FAA, le dimostrazioni fungono da prova del concetto utile a definire linee guida e regole che permetteranno operazioni di droni sempre più complesse e sicure.

Impatto sulla strategia NextGen

Pamela Whitley, assistente amministratore per NextGen, ha sottolineato che le dimostrazioni di volo aiuteranno ad avvicinarsi a operazioni BVLOS sicure e che le capacità UTM testate in spazi aerei ad alta densità contribuiranno a definire politiche per un’integrazione efficiente dei droni a beneficio delle comunità.

UPP vs IPP: differenze chiave

Il programma UPP si concentra specificamente sulla gestione del traffico UAS e sull’identificazione remota, mentre il programma pilota di integrazione UAS (IPP), recentemente concluso, aveva obiettivi diversi legati all’integrazione operativa e normativa dei droni nel sistema aereo. I due programmi sono complementari ma separati, ciascuno volto a risolvere aspetti differenti dell’integrazione dei droni nello spazio aereo nazionale.

Cosa cambia per operatori di droni e aziende

I risultati della fase 2 indicano che le autorità sono sulla strada per definire regole e infrastrutture che abiliteranno operazioni più complesse, come consegne automatizzate, ispezioni BVLOS e missioni di risposta emergenziale. Per operatori e aziende significa prepararsi tecnicamente e normativamente.

Consigli pratici per prepararsi

  • Tenersi aggiornati sulle direttive FAA e sulle regole relative al Remote ID e all’UTM;
  • verificare che i propri droni e il software di controllo supportino l’identificazione remota e l’integrazione con servizi UTM;
  • implementare procedure di sicurezza e piani di volo compatibili con la prenotazione di volumi (UVR) e la condivisione di intenzioni di volo;
  • formare piloti e personale su operazioni BVLOS e interoperabilità con sistemi automatici di gestione del traffico;
  • partecipare a forum di settore e test locali per acquisire esperienza con scenari a maggiore densità operativa.

Possibili casi d’uso abilitati dall’UTM

Una gestione del traffico UAS affidabile può aprire la strada a numerosi servizi pratici, tra cui:

  • consegne commerciali automatizzate in aree urbane;
  • ispezioni infrastrutturali su larga scala (linee elettriche, oleodotti, ponti) in modalità BVLOS;
  • supporto alle operazioni di emergenza con droni coordinati in tempo reale;
  • monitoraggio ambientale e mappature frequentate con piani di volo prenotati e condivisi.

Prossimi passi e tempistiche utili

I dati della fase 2 saranno ora analizzati per modellare normative e linee guida tecniche. Operatori e stakeholder dovrebbero monitorare comunicati FAA, pubblicazioni NASA e annunci dei siti di test per conoscere tempistiche e requisiti futuri. Nel frattempo, investire in compatibilità Remote ID e in processi di sicurezza rimane la miglior strategia per restare pronti alle nuove opportunità operative.

Video dimostrativo e materiali informativi sono stati pubblicati dalla FAA per illustrare i test e i risultati preliminari.